standard-title La figura paterna Oggi i padri cercano un ruolo educativo, desiderano costruire un rapporto autentico basato sul dialogo con i loro figli e avere una relazione affettiva con loro; padri responsabili, presenti, coinvolti, in grado di inventarsi una nuovo legame. Un rapporto papà-figlio nuovo, pensato su misura per il figlio, attraverso il quale il figlio possa sentirsi il preferito.

La figura paterna

Oggi i padri cercano un ruolo educativo, desiderano costruire un rapporto autentico basato sul dialogo con i loro figli e avere una relazione affettiva con loro; padri responsabili, presenti, coinvolti, in grado di inventarsi una nuovo legame. Un rapporto papà-figlio nuovo, pensato su misura per il figlio, attraverso il quale il figlio possa sentirsi il preferito.

Il padre oggi

La figura del padre ha subito una trasformazione notevole se pensiamo solamente alle ultime generazioni: i nostri papà avevano una figura normativa, erano i padri autoritari, non avevano una funzione educativa diretta, si potrebbe dire che era educativo il solo fatto di esserci, la sola loro presenza. Oggi i padri vogliono contribuire, insieme alla madre, all’ educazione, costruire un rapporto autentico basato sul dialogo con i loro figli adolescenti e avere con essi una relazione affettiva. Basta pensare al mutato atteggiamento del papà di fronte all’avvenimento della nascita del figlio. Già questo è indicativo di una risposta a questa esigenza di paternità nuova; si vuole instaurare una relazione tra padre e figlio e per questo necessitano nuove competenze. Dall’altra parte c’è un evidente bisogno dei figli maschi di avere un uomo che regga il confronto con loro, che sia un adulto credibile e autorevole. 
Quindi un padre responsabile, presente e coinvolto, ma giunti all’età della preadolescenza-adolescenza per il papà ci vogliono modalità nuove. Occorre inventare una nuova relazione con i figli perché lo sguardo che si era assunto e andava bene fino ai 10 anni adesso deve cambiare; deve subentrare un nuovo modo di relazionarsi perché il figlio cambia, anche se molte volte non vorrebbe.

 

Il ruolo del padre

La madre ha un ruolo nella famiglia di oggi non molto diversa rispetto al ruolo che aveva negli anni passati, si può dire che copre quasi tutti i ruoli (accoglienza, attaccamento, affettività, accudimento fisico, gratificazione emotiva). Ma se tutte queste funzioni sono già svolte dalla mamma, allora a cosa serve il papà? Il papà svolge per il figlio una funzione pedagogica fondamentale e non sostituibile. Il compito del papà è quello di strappare il figlio dalla vita famigliare e lanciarlo nella vita. Per farlo il papà deve avere il coraggio di andare oltre la tendenza materna di accogliere il figlio, di tenere il figlio attaccato a se, col rischio di soffocarlo. Per svolgere questo compito il papà non deve avere paura di separare il figlio dall’abbraccio materno per lanciarlo, gettarlo nella vita. Prima di tutto bisogna superare alcune tentazioni: impossibile dialogare con una persona che parla un’altra lingua, oppure ormai il ragazzo ha 13 anni e quello che è fatto è fatto. C’è invece tutto un modo nuovo di rapportarsi, di confrontarsi; è proprio questo il momento più adatto nella relazione padre-figlio che può permettere al papà di svolgere la sua funzione che è quella  di lanciare il figlio nella vita, nella società. Se nelle età precedenti la testimonianza di entrambi i genitori era riassunta con la parola eccomi, ora solo il papà è in grado di dire con una modalità adeguata al figlio: vai.